L’inquinamento da plastica: un’emergenza globale

L’inquinamento da plastica: un’emergenza globale

L’inquinamento da plastica è una delle sfide ambientali più urgenti del nostro tempo, con effetti devastanti sugli ecosistemi acquatici e sulla salute umana

Ogni anno, milioni di tonnellate di plastica finiscono nei mari, nei laghi e nei fiumi, dove si frantumano, si spezzettano e si trasformano lentamente in particelle sempre più piccole, conosciute come microplastiche. Queste si infiltrano nella catena alimentare, amplificando i loro effetti negativi. Un problema che è ancora più grave in un mare chiuso come il Mediterraneo, dove il ricambio delle acque richiede fino a 100 anni.

Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), le particelle di plastica si classificano in diverse categorie a seconda delle dimensioni. Le macroplastiche sono frammenti superiori a 2,5 cm, le mesoplastiche hanno dimensioni comprese tra 5 mm e 2,5 cm, le microplastiche sono inferiori a 5 mm, mentre le nanoplastiche, con un diametro inferiore a 100 nm, sono invisibili a occhio nudo. Queste particelle si disperdono nell’ambiente attraverso l’acqua e il vento, contribuendo significativamente all’inquinamento globale.

Come arrivano in mare le microplastiche

Le microplastiche raggiungono i bacini idrici attraverso varie vie di contaminazione. Gli scarichi di acque reflue, sia domestici sia industriali, riversano microplastiche nei corsi d’acqua quando i sistemi di trattamento non riescono a filtrarle completamente. Alcuni prodotti di uso quotidiano, come cosmetici, detergenti e abbigliamento sintetico, rilasciano microplastiche direttamente durante l’utilizzo. Inoltre, la frammentazione di rifiuti plastici di dimensioni maggiori, dovuta a luce solare, erosione e processi chimici, genera microplastiche. Anche il deflusso delle acque piovane contribuisce al problema, trasportando particelle di plastica presenti nelle aree urbane verso i sistemi idrici.

Una volta entrate nei bacini idrici, le microplastiche provocano gravi danni agli ecosistemi. Gli organismi marini ingeriscono queste particelle, con conseguenze negative sulla loro salute e sulla catena alimentare. Le microplastiche agiscono anche come vettori di sostanze chimiche tossiche, che si accumulano negli organismi viventi. La loro presenza altera gli equilibri naturali, compromettendo la biodiversità marina e interferendo con processi fondamentali come la fotosintesi delle piante acquatiche.

Cosa è necessario fare

Per affrontare l’inquinamento da plastica è necessario un approccio globale basato su quattro pilastri: ridurre, riutilizzare, riciclare e rifiutare. La riduzione della plastica monouso rappresenta una delle azioni principali, insieme alla preferenza per materiali alternativi e prodotti riutilizzabili. È fondamentale migliorare i sistemi di riciclo attraverso una raccolta differenziata più efficiente e investire in tecnologie avanzate per il trattamento delle acque reflue, capaci di filtrare le microplastiche. L’innovazione tecnologica può offrire soluzioni efficaci per intercettare e rimuovere le particelle plastiche già presenti nell’ambiente. Inoltre, l’educazione e la sensibilizzazione della popolazione sono strumenti indispensabili per promuovere consapevolezza e incoraggiare comportamenti più sostenibili.

Affrontare questa emergenza globale richiede impegno collettivo e azioni concrete, in grado di preservare il nostro pianeta e garantire un futuro più sostenibile.

La Redazione del corso C

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