Cantautori nelle scuole, al Duchessa di Galliera Claudio Cabona parla della nascita del rap

Cantautori nelle scuole, al Duchessa di Galliera Claudio Cabona parla della nascita del rap

13 scuole liguri, 20 classi, e 370 studenti che potranno seguire lezioni e laboratori sui mestieri dello spettacolo. Tra loro anche la sezione carceraria dell’Istituto Cantero di Chiavari 

Genova – Cantautori nelle scuole torna e raddoppia, portando i ragazzi e le ragazze alla scoperta delle professioni e dei mestieri del mondo dello spettacolo e delle attività indispensabili per realizzare musica, sia dal vivo che in sala di incisione o sul digitale, approfondendo il tema dell’eredità della tradizione genovese, in particolare per quanto riguarda il fenomeno del rap che nella nostra regione è erede del cantautorato del novecento.

Il progetto è stato avviato il 16 febbraio di quest’anno, con la prima lezione di Federico Sirianni al Liceo D’Oria, e si concluderà l’8 maggio all’ IIS Firpo-Buonarroti. Saranno coinvolti 370 studenti, tra cui la sezione carceraria dell’Istituto Cantero di Chiavari.

Le scuole che partecipano sono tredici: il Liceo Statale GD Cassini (Sanremo), l’Istituto Duchessa di Galliera-Genoa School, il Liceo Amoretti (Imperia), l’IPSSA Bergese, l’Istituto Vittorio Emanuele-Ruffini, le classi Economico e Scienze umane del Liceo Statale “Gobetti”, il Liceo D’Oria, le classi Linguistico e Turistico del Liceo Montale Nuovo IPC, l’IIS Firpo Buonarroti, e l’IPT Chiavari (ex Caboto).

Al Duchessa di Galliera si parla del rap con Claudio Cabona

Claudio Cabona nasce e cresce a Genova. Nel 2016 diventa giornalista professionista, raccontando la storia della musica della città per diversi quotidiani e  magazine.

A maggio del 2022 scrive e pubblica il docufilm “La nuova scuola genovese” sull’incontro  tra cantautori e rapper, lavoro che decide di condividere con gli alunni dell’Istituto Duchessa di Galliera nel progetto “Cantautori nelle scuole”.
È durante questo incontro, il 3 marzo in aula magna, che si inizia a parlare di Gino Paoli, Luigi Tenco, Bruno Lauzi,Umberto Bindi e Fabrizio De André per poi arrivare a Tedua, Izi e Bresh. Cabona, infatti, nel suo documentario ripercorre la storia dei giovani artisti di oggi, che non affrontano solo una scalata al successo, ma combattono una vera e propria guerra contro il classismo.

Con il cantautorato della scuola genovese degli anni ’60 – spiega – si stravolge il panorama musicale e cambiano i temi  delle canzoni, che diventano brani di protesta e impegno civile. Viene raccontata una nuova verità, fatta di gente che vive ai margini della società, esclusa, tra prostitute e droga, e si spacca la figura aulica, perfetta, che la musica, prima di loro, cercava di trasmettere. E infatti anche Gino Paoli sostenne che loro, come scuola genovese dei cantautori, volevano combattere proprio l’ipocrisia di quel tempo.

Si affiancano a queste novità dei contenuti anche tecniche sonore innovative come il “campionamento”, grazie al quale i nuovi cantautori prendono tracce di canzoni vecchie dandogli un nuovo significato. In questo modo vengono attualizzate idee d’altri tempi, che è poi il principale obiettivo del rap, che si “ciba di cose del passato e di musica di qualità”.

Terminata la visione del docu, Cabona chiude l’incontro con gli studenti con una citazione di Francesco Guccini, rilasciata al giornalista nel corso di un’intervista a tu per tu: “Non esistono le  scuole, esistono le città, che danno le fonti di ispirazione e la possibilità di scrivere in un certo modo che sottolinea l’attaccamento alla terra evidente soprattutto, oltre che nei testi, nei videoclip dei rapper di ieri, di oggi e di domani”.

Sofia Castigliego

Foto di Niccolò Rinaldi

Collaboratore

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