Ancora sangue e violenza in un carcere della Calabria
Nella giornata di ieri, nella casa circondariale di Paola, si è consumata un’altra aggressione ai danni della polizia penitenziaria da parte di un detenuto.
A quanto riportato da Salvatore Panaro, vicesegretario regionale per la Calabria del Sindaco Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), un detenuto di origine rumena ha iniziato a dare in escandescenze, devastando l’intera cella e rompendo tutte le supellettili per poi buttare i detriti nel corridoio.
Dopo essersi procurato dei tagli sul corpo, ha anche incendiato alcuni dei suoi effetti personali minacciando di darsi fuoco. Grazie all’intervento immediato della polizia penitenziaria che ha spento l’incendio, si è evitato il peggio.
Vista la situazione, si è reso necessario lo spostamento del detenuto in un altro reparto. Il carcerato, con una lametta in mano ha iniziato ad inveire contro il personale di polizia e a minacciarlo. Una volta contenuto, è stato accompagnato nel reparto assegnatogli, ma rientrato in cella ha iniziato a sbattere la testa contro il muro. I poliziotti sono intervenuti un’altra volta per bloccarlo, ma l’uomo si è scagliato con violenza su uno di loro causandone la caduta e ferendolo facendogli sbattere la testa a terra.
Per il segretario regionale del Sappe, Francesco Ciccone, si tratta di una “ennesima aggressione grave e inaccettabile”. Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, afferma poi che “con questi ulteriori gravi eventi critici sale vertiginosamente il numero dei poliziotti coinvolti da detenuti senza remore in fatti gravi. Esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza a tutte le colleghe ed i colleghi della Casa circondariale di Paola. Questi ultimi episodi devono far riflettere i vertici dell’Istituto e della Regione”. E quindi Capece conclude: “Servono più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose”.
Asia Rossi
IVC