Insetti a tavola: al supermercato è arrivata la farina di grilli

Insetti a tavola: al supermercato è arrivata la farina di grilli

Tra dubbi e allarmismi, c’è il via libera dell’Ue che ne autorizza la commercializzazione per ragioni di sostenibilità alimentare

Dal 24 gennaio, nei supermercati italiani è possibile trovare tra gli ingredienti di pasta e pane anche la “polvere parzialmente sgrassata” dell’insetto Acheta domesticus, nome scientifico del grillo comune. Dal 26 dello stesso mese, inoltre, è divenuta ufficiale la vendita delle larve del verme della farina, le Alphitobius diaperinus, reperibili in diverse forme: congelate, essiccate, in pasta o in polvere.

L’Unione Europea e la sostenibilità alimentare

Gli insetti a scopo alimentare sono consentiti dall’Ue dal primo gennaio 2018, quando è entrato in vigore il Regolamento sui novel food che ha riconosciuto gli insetti interi sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da Paesi terzi. Con il termine novel food si indicano le sostanze e gli ingredienti “nuovi” non presenti nella tradizione culinaria europea e per i quali non è dimostrabile un consumo significativo all’interno dell’Unione Europea al 15 maggio 1997.
La scelta di introdurre gli insetti nella dieta degli europei risponde anche a criteri di sostenibilità ambientale. Il consumo di insetti, infatti, è alternativo a quello della carne, la cui produzione causa forti emissioni ed elevati consumi idrici e di suolo.
Per questo, negli anni a venire, le specie di insetti autorizzate a norma del regolamento sui novel food diventeranno una fonte di proteine alternative sempre più importante, contribuendo al conseguimento degli obiettivi della strategia “Dal produttore al consumatore” per un sistema alimentare sostenibile nell’Ue e nel mondo.

Com’è che gli insetti arrivano in tavola?

Solo una volta autorizzati e dopo aver ricevuto il benestare dell’Efsa  – l’Autorità europea per la sicurezza alimentare -, essi potranno comparire nell’elenco degli ingredienti e degli alimenti in commercio. Ogni prodotto “nuovo” viene sottoposto a un processo di verifica per garantire la tutela dei consumatori e, allo stesso tempo, inserire alimenti nuovi e vantaggiosi a livello nutrizionale.
“Ci sono aziende che lavorano bene e altre che utilizzano sostanze non consentite, oppure non rispettano le dosi autorizzate, così si rischia da un lato di trovare prodotti privi di efficacia perché la sostanza attiva è presente in quantità troppo piccola, e dall’altro di andare incontro a sovradosaggio”.
Commenta così l’esperto di sicurezza e normative alimentari, Luca Bucchini, i rischi della commercializzazione degli alimenti nuovi in Italia, dove i controlli ufficiali sono effettuati dalla Direzione generale della sanità pubblica veterinaria, degli alimenti e della nutrizione del Ministero della Salute.

Grilli e tarme della farina

Nonostante l’idea faccia un certo clamore, pasta, biscotti, patatine, pizze e snack a base di insetti sono già in vendita al supermercato. E infatti quella della società vietnamita Cricket One Co. Ltd riguardo l’uso della polvere parzialmente sgrassata ottenuta dal grillo domestico intero è solo l’ultima di una serie.
Al momento l’Ue ha già autorizzato anche la larva gialla della farina (Tenebrio molitor) e la locusta migratoria.

Quanto agli usi del grillo, sono i più diversi. Potremmo trovarlo nel pane multicereali, nei cracker e nei grissini, nelle barrette ai cereali, nelle premiscele secche per prodotti da forno, nei biscotti, nelle salse, nei prodotti trasformati a base di patate, nella pizza, nel siero di latte in polvere, nei prodotti sostitutivi della carne, nelle minestre concentrate o in polvere, negli snack a base di farina di granturco, nelle bevande come la birra, nei prodotti a base di cioccolato, nella frutta a guscio.

Siamo tutti insettivori ma non lo sapevamo

Solo in questo periodo abbiamo iniziato a preoccuparci dei nuovi alimenti che finiscono nei nostri piatti. In realtà, sono diversi i casi di insetti contenuti nei cibi che consumiamo. Pensiamo all’esempio della zuppa inglese con l’Alchemers, il colorante alimentare “rosso cocciniglia” derivato dall’essiccazione e dalla lavorazione del parente delle più conosciute coccinelle. O il casu marzu (in italiano formaggio marcio), il caprino sardo conosciuto e apprezzato per la presenza di larve di mosche e di cui oggi le norme igieniche dell’Ue impediscono la produzione.

E non sono i dati  dati più scioccanti. Pensate che per la Food and Drug Administration (FDA), lagenzia governativa USA per la protezione dei consumatori,  è “tollerabile un livello massimo di 50 frammenti di insetto e un pelo di roditore per ogni 50 grammi di farina”.
E in casa nostra? In un dispaccio del Ministero della Difesa riguardo alla fornitura di pomodori pelati datato 8 marzo 1994, si legge che “sarà tollerata la presenza di non più di 35 frammenti di insetti per 100 grammi di prodotto”.
Insomma, siamo tutti insettivori ma non lo sapevamo.

Gli insetti nella filiera alimentare. Cosa dice Coldiretti

Secondo la principale organizzazione agricola nazionale, “il 54% degli italiani sono contrari agli insetti a tavola”. Il dato, che emerge dal sondaggio Cordiletti/Ixe’ effettuato dopo l’autorizzazione dell’Ue all’uso della farina di grillo come nuovo ingrediente, mette l’accento sul fatto che i nuovi alimenti sono considerati da una larga fetta della popolazione “estranei alla cultura alimentare nazionale”.
Per questo l’associazione ritiene sia un passo fondamentale in questo momento informare e rassicurare gli italiani sia sulla natura delle farine contenute negli alimenti sia sul paese di provenienza: “L’arrivo sulle tavole degli insetti solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come il Vietnam, la Thailandia o la Cina, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari”.

Insetti a tavola: sono sicuri?

Ad assicurarci che i cosiddetti “novel food” non siano un potenziale rischio per la nostra salute è ancora l’Efsa che, dopo un’attenta valutazione scientifica, ha previsto l’introduzione di etichette da applicare sui prodotti che informino della presenza di insetti.
A dichiarare l’obbligo di etichettare specificatamente ogni prodotto a base di insetti è la legislazione europea che intende tutelare i soggetti allergici alle proteine, macronutriente di cui gli insetti sono ricchi e, in base alle dichiarazioni dell’Efsa, informare che ai consumatori minori di 18 anni è sconsigliata l’assunzione di alimenti contenenti verme della farina minore.

Fake news: è falso che si potranno inserire gli insetti nei prodotti senza scriverlo in etichetta

Questo il tweet che ha scatenato il panico tra i consumatori, secondo cui alcuni supermercati, dopo l’autorizzazione all’utilizzo della farina di grillo e di verme minore negli alimenti, inserirebbero insetti nei propri prodotti senza esser tenuti a doverli etichettare. Ma si tratta di una vera e propria bufala. Questo perché esistono due norme di riferimento: una a livello europeo, e cioè il Regolamento dell’Ue 1169 del 2011, e l’altra in vigore sul suolo italiano, ossia il Decreto legislativo 109 del 1992. Entrambe obbligano le aziende di produzione a informare i consumatori sugli alimenti attraverso etichettatura, presentazione e pubblicità dei prodotti alimentari.

La crociata del Ministro della Sovranità alimentare

“Gli insetti sono consumati in diversi paesi nel mondo, ma estranei all’alimentazione degli italiani. Non è in gioco solo il modello della nostra dieta, quella Mediterranea, riconosciuta la migliore al mondo e anche la più sostenibile. Si rischia di danneggiare intere filiere e l’economia di territori legati a prodotti tipici come nel caso di Altamura dove lanceremo un’iniziativa a difesa della sovranità alimentare”.
Commenta così il sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Luigi D’Eramo, l’autorizzazione dell’Ue alla commercializzazione della farina di insetti.  Il ministro leghista ha inoltre partecipato all’evento del 3 febbraio “Grilli, insetti o pane di Altamura?”, convegno in cui si è discusso del provvedimento che ammette i novel food sui mercati europei e, in particolare, sull’inserimento o no di questo tipo di farina nei prodotti tipici del Made in Italy, cioè pane e pasta.
“Sulla pasta e sul pane si è pronunciata ben due volte anche la Corte Costituzionale, nel 1980 e nel 1997: l’utilizzo del termine è riservato a chi per produrli utilizza farina di semola di grano duro e acqua. In Italia, la pasta o il pane alla farina di insetti non si possono fare”.

Federica Mantovani

Collaboratore

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